Abbiamo consegnato ai legali della famiglia, gli Ill.imi Avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti, la nostra RELAZIONE RELAZIONE TECNICA DI ANALISI SISTEMICA CRIMINALISTICA, CRIMINOLOGICA, INVESTIGATIVA, MEDICO LEGALE A INIZIALE CONFUTAZIONE DELLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE PRESENTATA DAI PUBBLICI MINISTERI DOTTORE ANGELO VITTORIO CAVALLO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI PATTI E SOSTITUTI PROCURATORI DOTTORI ALESSANDRO LIA E FEDERICA URBAN PRESSO IL TRIBUNALE DI PATTI - MORTE DI VIVIANA PARISI E GIOELE MONDELLO-Proc. 1413/2020 RGNR Mod 44. La Relazione è firmata dai sottoscritti e dal Dr. Enrico Delli Compagni psicologo forense e si è avvalsa della collaborazione delle Dr.esse Nicolina Palamone ed Angelica Zenato antropologhe forensi. La Relazione è composta da 50 pagine e confuta in modo scientifico, tecnico, logico, criminologico e criminalistico le 526 pagine della richiesta di archiviazione, i 144 punti di conclusione della stessa, le consulente tecniche dei numerosi Consulenti della Procura laddove confutabili. LE NOSTRE CONCLUSIONI: Tenuto conto dei risultati delle attività info-investigative, delle consulenze e delle relazioni della Polizia Giudiziaria e Scientifica, dei Consulenti della Procura di Patti e di tutto il materiale nel fascicolo che abbiamo avuto l'opportunità di leggere, tenuto conto dei rilievi fotografici, degli esami tecnici riportati nelle consulenze, in attesa di ulteriori esami dei corpi tramite la strumentazione Laser 3d da parte nostra e della documentazione a colori ancora non pervenuta (foto e video), e quindi per quanto in nostro possesso e per quanto sopra relazionato, letta con attenzione l'intera richiesta di archiviazione (che non condividiamo) e tutte le relazioni tecniche e di attività investigative cui si riferisce concludiamo come in seguito: PUNTO 01- La richiesta di archiviazione dà APODITTICAMENTE per assodato che la colpa dell'incidente sia stato causato dallo stato psichico destabilizzato di Viviana Parisi, che la stessa sia scesa allora dalla vettura incidentata assieme al figlioletto Gioele e con lo stesso si sia avventurata all'interno del bosco di Carona per poi assistere alla morte di Gioele e, poi, avviarsi verso il suo suicidio tramite certissimo arrampicamento sul traliccio Enel D59 e certissima precipitazione con salto e lancio finalizzata alla morte certa. Nota di questi Consulenti. In realtà il tema sarà ricorrente per poi esaltare ed esasperare sempre e comunque lo stato psichico di Viviana Parisi, con l'intento nascosto e recondito di nascondere l'assenza del nesso eziologico fra lo stato di Viviana, la morte di Gioele e l'ipotizzato suicidio e di creare l'effetto della nube mass-mediatica utile ad avvalorare il falso presupposto “Stava male..., quindi, ha ucciso il bambino e poi si è uccisa”. E tanto si legge anche nella relazione autoptica sulla morte di Viviana Parisi alla pag. 71 “... è possibile affermare con elevata probabilità che si sia trattato di evento suicidiario”. La richiesta di archiviazione dà per certo che Viviana Parisi benché avesse problemi psicologici e di salute non aveva alcuna intenzione di uccidere il figlioletto, anche se poi si ipotizza che potrebbe averlo fatto per poi fare divenire tale congettura una certezza (in realtà non dimostrata con alcun elemento criminalistico, forense, medico-legale, psichiatrico e testimoniale). Difatti, si legge al punto di conclusione nr. 026 pag. 508 della richiesta di archiviazione. “PdC 026- Quindi un primo dato deve essere chiaro: Viviana, quel giorno, non era certo uscita da casa con intenti autolesionistici, né tanto meno con l'intenzione di far del male al proprio bambino adorato; era stato invece il sinistro stradale appena subìto che aveva rappresentato per lei un fattore stressante fortissimo, che le aveva fatto perdere ogni capacità di elaborazione e risoluzione della realtà. Ciò aveva determinato in lei l'impulso irrefrenabile e del tutto irrazionale di "scappare" ed abbandonare la sede autostradale, invece di aspettare i soccorsi, come avrebbe fatto chiunque altro.” Nota di questi Consulenti. Quanto sopra - scritto dagli estensori della richiesta di archiviazione e riferito alla relazione del Consulente psichiatrico della Procura - sconfessa quanto ipotizzato dai Consulenti della Procura, laddove al punto precedente dichiarano che “... è possibile affermare con elevata probabilità che si sia trattato di evento suicidiario”. Come si può ben notare, ci si trova di fronte a contraddizioni interne che la richiesta di archiviazione è stata incapace di redimere. PUNTO 02- SICURAMENTE non vi è stato alcun atto aggressivo di Viviana Parisi nei confronti di Gioele Mondello come invece erroneamente ritenuto dalla richiesta di archiviazione. SICURAMENTE non vi è suicidio da parte di Viviana Parisi, così come non vi è alcuna sua precipitazione dal traliccio dell'Enel D59 né volontaria né procurata, in quanto Viviana Parisi col traliccio non ha avuto nessun contatto e non vi si è arrampicata, come abbiamo abbondantemente dimostrato. E se Viviana non si è buttata dal traliccio ( E NON SI E' BUTTATA) crolla miseramente l'ardita ma vacua ricostruzione dei tre Magistrati della procura di Patti (che dovrebbero rappresentare l'altissima Autorità investigativa dello Stato ed anche noi tutti) e quella dei loro Consulenti, costoro– purtroppo - tutti allineati a confutare noi, colpevoli di avere un'opinione diversa da quella degli inquirenti (sic!).
PUNTO 03- ABBIAMO DIMOSTRATO QUANTO SEGUE: = L'IMPOSSIBILITÀ DI ARRAMPICAMENTO DA PARTE DI VIVIANA SUL TRALICCIO ENEL D59 E IMPOSSIBILITÀ DEL LANCIO SUICIDIARIO DAL TRALICCIO E/O DI PRECIPITAZIONE DALLO STESSO. = SE VIVIANA SI FOSSE BUTTATA DAL TRALICCIO L'ALTEZZA DI CADUTA – COME IPOTIZZATO DALLA POLIZIA SCIENTIFICA DI CATANIA – DOVREBBE ESSERE DI ALMENO 8 METRI: MA QUESTO E' IMPOSSIBILE PERCHÉ VIVIANA NON POTEVA ARRAMPICARSI PERDIPIÙ SENZA SCARPE A QUELL'ALTEZZA E PERCHÉ LE FRATTURE SONO DI CADUTA DA 2-3 METRI. = LE SCARPE E IL CALZINO DI VIVIANA PARISI SONO STATI POSIZIONATI DAL SOGGETTO IGNOTO PER DEPISTAGGIO E PER AUTOGRATIFICAZIONE. = LE SCARPE DI GIOELE SONO STATE POSIZIONATE SUL LUOGO DEL RINVENIMENTO PER DEPISTAGGIO E PER AUTOGRATIFICAZIONE. = VI È STATA L'AZIONATA COMBINATA E COMPLESSA DI UNA “COMBINAZIONE CRIMINALE” CHE HA DEPISTATO, COMPOSTO LA SCENA, MESSO IN POSA I CORPI E LE SCARPE DELLE DUE VITTIME. PUNTO 04- SICURAMENTE Viviana non si è buttata per i seguenti motivi, ci auguriamo che l'opinione pubblica li recepisca, così la stessa non sarà più ammorbata ammorbare con il fattoide “infanticidio – suicidio”. PUNTO 05- Le lesioni presenti sul corpo della vittima ritrovata alla base del traliccio sono di sicuro da precipitazione da media altezza e per la dinamica ricostruita ovvero impatto ginocchio sinistro e trasmissione del pondus energetico con vettore cinematico lungo l’asse femoro-acetabolare e conseguente esplosione di talune vertebre dello scheletro assile avrebbero visto il corpo posizionarsi per riflesso antalgico-lesionale in una posizione di quiete nel quadro della dinamica neuro-muscolovertebrale non in posizione prona, ma supina e posizionato lungo il versante del terreno a discendere piuttosto che a salire ed in ascesa. Tutto questo per il principio fisico della logica precipitazione di massa e di gravità verso aree discendenti e declivi. PUNTO 06- Non vi è stato alcun atto aggressivo di Viviana Parisi nei confronti di Gioele Mondello come invece erroneamente ritenuto dall'R.D.A. Non vi è suicidio da parte di Viviana Parisi, così come non vi è alcuna sua precipitazione dal traliccio dell'Enel D59 né volontaria né procurata, in quanto Viviana Parisi col traliccio non ha avuto nessun contatto e non vi si è arrampicata, come questi Consulenti hanno già detto e come in seguito diranno. PUNTO 07- La morte di entrambi si è verificata all'interno di un invaso/i contenitore/i sito/i nel bosco di Caronia con le caratteristiche simili a quelle di un pozzo, quali: A) profondità di 3-4-5 metri; B) presenza di acqua al massimo mezzo metro; .C) elevata possibilità di morte immediata causa asfissia in acqua in quanto Viviana Parisi ha subito la resezione del midollo spinale dagli esiti di frattura vertebrale ed in seguito all'esplosione delle due vertebre e il piccolo Gioele successivamente ad un trauma contusivo-commotivo avrebbe avuto lo stesso esito della madre per annegamento contemporaneo e per trascinamento da parte di quest’ultima verso la base dell’invaso; D) possibilità di recupero da terzi dei corpi tramite strumenti e mani con (E) Viviana Parisi tirata fuori la tarda sera del 3 agosto o la mattina del 4 agosto e trasportata con apposito mezzo per la messinscena e il depistaggio e, nel trazionamento, le vengono strappati i capelli, (F) il piccolo Gioele tirato fuori successivamente (anche dopo molto tempo) e depositato nel tragitto fra la zona piazzola e la zona traliccio, senza escludere che possa essere stato conservato in un contenitore di plastica e posizionato sui luoghi del rinvenimento successivamente: nulla si esclude in tal senso, a prescindere dalle emergenze dei droni e del satellitare i cui dati devono essere analizzati con calma e in tempi congrui, anche in considerazione del fatto che i suddetti dati sono stati analizzati dagli estensori dell'R.D.A. e dai Consulenti della Procura per diversi mesi . Quindi, Viviana Parisi e Gioele Mondello sono precipitati in un pozzo (o in un contenitore profondo 3-4-5 metri con circa mezzo metro d'acqua) per trovare la morte infine in seguito ad asfissia in acqua per lo s tato in cui sono convenuti alla base dell’invaso; d a tale contenitore in seguito sono stati prelevati dopo la loro morte e poi traslati verso i rispetti luoghi di rinvenimento per ovvi motivi di interesse, di opportunità e di evitare attribuzione di responsabilità. PUNTO 07.BIS- La precipitazione è avvenuta mentre i due avevano entrambi le scarpe ai piedi, mentre Viviana manteneva il bambino in braccio ed era in camminamento veloce o in fuga, verosimilmente da cani, da persone o da altre situazioni reali. Occorre sicuramente verificare la presenza di tracce di qualunque tipologia sui corpi e sui loro resti/indumenti ed affettuare le dovute comparazioni a tutti i livelli. . PUNTO 08- Non vi è e non è stato dimostrato alcun nesso eziologico fra lo stato psichico e le condizioni di salute di Viviana Parisi con la morte del piccolo Gioele Mondello e la morte della medesima, altresì, come questi Consulenti hanno già detto e come in seguito diranno: la morte degli stessi è da attribuire a livello di contemporaneità e contiguità con riferimento a tempi, luoghi e cause PUNTO 09- Viviana Parisi non aveva possibilità di raggiungere il traliccio dal luogo del rinvenimento dei resti di Gioele e tantomeno dall'uscita della galleria di Pizzo Turda come già detto e come in si seguito si amplierà. Basti considerare che i lavoranti di sughero DOVEVANO PER FORZA DI CIRCOSTANZE E POSIZIONAMENTI SCORGERLA e l'altissimo impedimento dei microsentieri tormenatti e impediti da rovi, sterpaglie, sassi, buche e sterco di vacche e di altri animali che avrebbe dovuto percorrere, per poi arrivare sulla c.d. “ara sacrificale” dove sono stati rinvenuti i sandaletti di Gioele. PUNTO 10- Non vi è alcun elemento atto a fare ritenere che il corpo di Gioele sia stato trasportato dalla fauna dalla zona traliccio al luogo del rinvenimento dei suoi resti, in realtà tutto depone contro tale ipotesi, a iniziare dall'impossibilità che Viviana abbia raggiunto tale luogo, sperduto, impervio e incredibilmente difficoltoso da raggiungere. PUNTO 11- Il ritardo investigativo sulla ricerca dei suddetti invasi – ricerca attivata solo dopo le segnalazioni di questi Consulenti (29 marzo 2021) – ha fatto sì che la "combinazione criminale" abbia potuto fare sparire SIN DALL'INIZIO tutte le tracce della precipitazione dei due, della loro presenza e di qualunque attività di depistaggio PUNTO 12- Non si è verificato nessun crollo psicotico di Viviana Parisi, la diagnosi di disturbo paranoide di personalità con delirio di persecuzione, aderisce alla realtà e non comporta alcun aspetto psicotico di tipo allucinatorio. PUNTO 13- L'unico scenario che corrisponde a tutti gli elementi in atti, ai reperti, alle tracce, ai dati forensi, che non ha alcun vulnus contrario, che non presenta errori e/o vizi logici è il seguente: Viviana Parisi e Gioele Mondello infante sono precipitati in un pozzo (o in un contenitore profondo 3-4-5 metri con circa mezzo metro d'acqua) per trovare la morte infine in seguito ad asfissia in acqua per lo stato in cui sono convenuti alla base dell’invaso. Da tale contenitore in seguito sono stati prelevati dopo la loro morte: in prima ipotesi non in contemporanea, ma in momenti diversi, in seconda ipotesi il prelievo è stato effettuato in contemporanea. I due corpi sono poi stati traslati per ovvi motivi di interesse, di opportunità e di evitare attribuzione di responsabilità verso i rispetti luoghi di rinvenimento.
Le foto del traliccio mostrano con assoluta chiarezza che la salita sarebbe stata difficoltosissima se non impossibile per l'inclinazione dei profili d'acciaio del traliccio, per la vegetazione presente sul montante, per la ristrettezza della base dove Viviana avrebbe dovuto poggiare i piedi (procurandosi dolore), della sofferenza e lo stress che la stessa avesse vissuti, per i grossi limiti citati. SICURAMENTE Viviana non si è arrampicata sul traliccio per i seguenti motivi: (1) senza scarpe non poteva arrampicarsi sul traliccio, puntando con forza i piedi senza scarpe e protetti solo dai calzini, sui profili in acciaio addirittura inclinati di 45 gradi proprio per impedire una veloce ed agevole salita; (2) sulle piante dei piedi di Viviana non vi sono tracce di lesioni causate dalla costa penetrante dei profili e dall'azione di arrampicamento per 8 metri (ed anche di meno); (3) sul calzino non vi sono segni/tracce di usura, di lacerazione e di strappo di tale azione pressoria e di trascinamento del piede sulla costa del metallo dei profili; (4) arrivata al punto di lancio Viviana sarebbe dovuta girarsi (senza perdere l'equilibrio) e quindi dare le terga al profilo del traliccio; avrebbe dovuto poggiare i due piedi sul profilo per darsi una fortissima spinta verso l'avanti, azione però limitata e/o impedita dal dislivello dei due piedi e dallo scivolamento dei piedi, di cui il sinistro superiore e il destro inferiore, verso il proprio lato destro; avrebbe dovuto piegare le ginocchia con l'handicap del dislivello delle stesse, dei piedi sudati, dei calzini scivolosi, dello stress e della fatica... e da qui lanciarsi a volo d'angelo.
Scarpa destra sul lato sinistro di Viviana e poggiata su un cespuglio, con delle foglie e rami sopra la stessa. Scarpa elevata di diversi centimetri, almeno 40, slacciata e laccio agganciato a spine e in stato di tensione e rigidità. Calzino destro allocato a circa 5 metri dal piede di Viviana sulla sua destra. Scarpa sinistra sotto il traliccio, poggiata sul sasso a forma sferica, in equilibrio, con dei rami che lo sovrastano. Scarpe entrambe slacciate. Non si comprende come abbia potuto Viviana, dopo essersi incredibilmente arrampicata a 8 metri nonostante i molti limiti enunciati, lanciarsi, perdere la scarpa destra che va a impattare/posizionarsi sul cespuglio alla sua sinistra mentre la scarpa sinistra va a finire sulla destra all'interno della base del traliccio. Come si nota il calzino sinistro non porta segna di contatto, di struscio, di usura e di attività pressoria dopo l'arrampicamento sui diversi profili d'acciaio del traliccio.
La scarpa destra reperto 1 ( è stata rinvenuta sopra il cespuglio come in foto. La sua posizione è inconciliabile con la precipitazione di Viviana dal traliccio e può essere spiegata solo con l'attività di un soggetto ignoto depistatore che l'ha posizionata proprio per fare credere che la donna sia precipita dal traliccio e che nella caduta abbia perso la scarpa (slacciata).
La scarpa sinistra (reperto 2) è stata rinvenuta in equilibrio sopra un sasso a forma grossolanamente sferica, all'interno della base del traliccio. Sulla stessa insistono e sono presenti dei rami. Tali situazione indicano che sono state posizionate da un soggetto ignoto con chiaro intento di depistaggio, per far credere che Viviana sia precipitata dal traliccio e che nella caduta abbia perso la scarpa (slacciata).
La mano destra di Viviana che stringe gli arbusti ad artiglio (in realtà poggiata) e che le passano attraverso il quarto e quinto dito della mano, deve essere interpretata come facente parte dell'abilissima, fine e perversa attività manipolatoria del soggetto ignoto che sta componendo la scena e mettendo in posa il cadavere: è una parte della firma psicologica del soggetto ignoto unita al suo modus operandi: soggetto organizzato, profondo conoscitore del territorio e dell'ambiente, facente parte della combinazione criminale che ha traslato i corpi. Non è quindi condivisibile la tesi dell'R.D.A. dove, rifugiandosi ai pareri tecnici, recita “... il sopralluogo ed i successivi accertamenti tecnici hanno evidenziato come la mano destra di Viviana abbia "artigliato" alcuni arbusti presenti al suolo, assumendo la posizione di quiete nella quale è stata poi rinvenuta: ebbene, appare assai difficile ipotizzare che gli autori del fantomatico depistaggio possano aver usato un accorgimento così 'raffinato'”. Va da sé che che gli estensori dell'R.D.A., per pregiudizio iniziale, MAI E POI MAI potranno ammettere che vi è stato depistaggio, altrimenti dovrebbero ammettere: la caduta contemporanea di Viviana e Gioele in un pozzo/invaso in seguito a fuga (cani e/o persone?); la traslazione dei corpi dall'invaso/pozzo: la loro precipitazione in un invaso/pozzo: il non suicidio di Viviana dal traliccio: il non assassinio di Gioele. Dovrebbero ammettere di avere sbagliano e che noi, modestissimi Consulenti della P.O. Abbiamo ragione. Occorre precisare ed evidenziare che nel verbale di rinvenimento del cadavere si legge “la mano poggia sulla vegetazione” e nella relazione di consulenza tecnica medico legale i CT della Procura scrivono “... con il palmo della mano adagiato su formazioni di vegetazione erbacea, ivi presenti, emergenti altresì tra gli spazi interdigitali del 4° e 5° dito”.
CONCLUSIONI Nonostante questi Consulenti abbiano posto sin dall'inizio il quesito da sciogliere tramite riscontri1 da individuare, definire e produrre affinché non si possa cadere nell'errore dell'inganno strutturale, gli Inquirenti si sono ben guardati dall'approfondire, dal verificare e dal rispondere. Ci si riferisce ai quattro scenari iniziali citati alla pag. 1 della Relazione anticipatoria di 17 pagine depositata dagli Avv. Mondello e venuto il 29 marzo 2021, ed esattamente: Scenario 1. Viviana e Gioele erano entrambi nella vettura Opel incidentata; quindi l'analisi investigativa criminale avrebbe dovuto risolvere lo scenario con Viviana Parisi e Gioele Mondello all'interno della vettura Opel incidentata uscire dalla galleria Pizzo Turda ed avviarsi all'interno del bosco di Caronia; Scenario 2. Nella vettura incidentata vi era solo Viviana ma non Gioele; l'analisi investigativa criminale avrebbe dovuto risolvere la non presenza di Gioele all'interno della vettura, il suo rinvenimento nella campagna di Caronia e il suo avvistamento descritto dalla “famiglia del Nord”; Scenario 3. Nella vettura incidentata vi era solo una donna che non era Viviana; l'analisi investigativa criminale avrebbe dovuto risolvere l'assenza di Viviana e di Gioele all'interno della vettura, il loro rinvenimento nella campagna di Caronia e il loro avvistamento descritto dalla “famiglia del Nord” e l'identità della donna all'interno della vettura incidentata; Scenario 4. nella vettura c'erano Gioele e una donna che non era Viviana; l'analisi investigativa criminale avrebbe dovuto risolvere la non presenza di Viviana all'interno della vettura e il rinvenimento del suo cadavere nella campagna di Caronia sotto il traliccio. Va da sé che che gli estensori della richiesta di archiviazione, per pregiudizio iniziale, MAI E POI MAI potranno ammettere che vi è stato depistaggio, altrimenti dovrebbero ammettere che all'interno del bosco di Caronia i poveri Viviana e Gioele stessero fuggendo da animali (cani?) e/o da persone seguita dalla precipitazione congiunta di madre e figlio in un invaso/pozzo: il non suicidio di Viviana dal traliccio: il non assassinio di Gioele. Dovrebbero ammettere di avere sbagliato e che noi, modestissimi e umili Consulenti della famiglia Mondello abbiamo ragione: ovviamente non potranno mai farlo per motivi di supremazia (sic!) e di rosicamento. Riportiamo quanto proponemmo al Sig. Procuratore Capo nella nostra relazione anticipatoria del 28 marzo 2021 tramite i nostri Avvocati incaricanti: “Si chiede, altresì, di 1 Ogni ipotesi e sub-ipotesi deve essere riscontrata/supportata da elementi certi e oggettivi di matrice investigativa, scientifica, criminalistica e forense, testimoniale, medico legale e antropologica forense, logica e situazionale.
Ci dichiariamo consapevoli di avere agito con scienza, conoscenza e coscienza, freddezza e obiettività, e riteniamo di avere ottemperato all'incarico affidatoci che sin dall'inizio abbiamo precisato che accettavamo solo per dare un contributo alla vera Verità, qualunque essa fosse, anche la più dolorosa. Prof. Carmelo Lavorino Dr. Antonio Della Valle I video e le immagini a colori delle scene del crimine e degli eventi, di tutte le relazioni tecniche e investigative sono nel fascicolo, quindi, in teoria, sono a disposizione della parte cioè della famiglia Mondello, tuttavia, essendo strategicamente spalmati su più DVD e richiedendo ciascuno 320,00 euro in diritti, rendono di fatto impossibile (per motivi economici) a una persona offesa reperire i medesimi salvo esborso di migliaia di euro in diritti di segreteria (più di 900 solo per le radiografie).