Sono stati ascoltati Carmine Belli (il carrozziere che salvammo dall'ingiusta accusa di essere l'assassino di Serena Serena e dall'ingiusta condanna a 24 anni di galera) e il suo ex socio Pierpaolo Tommaselli.
Incredibilmente abbiamo visto gli ex accusatori di Belli (che lo volevano in carcere per 24 anni, che volevano da lui un milionario risarcimento di danni, che lo hanno braccato per anni...) “difenderlo”, coccolarlo e... dargli ragione… su un improbabile cambio di rotta. Perché questo? Perché Belli, in seguito a complicate dinamiche psicologiche, plateali contraddizioni, ardite ricostruzioni, misteriose frequentazioni e strane amnesie è arrivato a dichiarare che l'avvistamento del 31 maggio 2001 in realtà è riferito al 1° giugno 2001: avvistamento di una ragazza che, secondo lui ((!?) sarebbe stata Serena strattonata da un ragazzo biondo mechato, ragazzo che poi Belli riconobbe essere tale Ilenia Simonelli.
Perché tutti gli ex accusatori di Belli e oggi accusatori della famiglia Mottola hanno gongolato? Semplice, perché speravano che Belli indicasse in Marco Mottola il ragazzo biondo! Invece Belli ha dichiarato che non si trattava di Marco Mottola. E qui si potrebbe chiudere la storia!
Poi Pierpaolo Tommasseli ha smentito Belli, dichiarando e riferendo con precisione, fermezza e particolari che l’avvistamento era del 31 maggio, come già è emerso nelle indagini e nella sentenza di assoluzione di Belli.
Sia Belli che Tommasselli, ascoltati nel 2002 e nel 2003 con l’incubo del tintinnio delle manette “stile polizia stalinista” (Belli solo nel 2002) da qualche investigatore, nell’udienza hanno dichiarato di essere stati picchiati da quale “interrogante” a suon di schiaffoni.
Il castello accusatorio contro gli attuali cinque imputati (Franco, Marco ed Annamaria Mottola; l’appuntato Francesco Suprano e il luogotenente Vincenzo Quatrale) mostra ancora una volta la sua vacuità, illogicità e fallacia. Sarebbe un inno all’intelligenza, alla logica ed alla giustizia che le Parti Civili lo ammettessero… prendendo le giuste iniziative… ed anche l’Ufficio del Pubblico Ministero.
Belli ha anche dichiarato quello che nel 2018 gli tornò alla mente come se fosse stato “illuminato sulla via di Damasco”, cioè, che appena venne scarcerato (7 luglio 2004) ed arrivò a casa, gli si avvicinò il brig. Santino Tuzi in borghese (che lui conosceva in quanto suo cliente) il quale lo abbracciò e gli chiese scusa, per andarsene immediatamente. Guarda caso Belli si ricorda dell’avvenimento ben 14 anni dopo il fatto con gli unici due testimoni defunti: la zia di Belli e Tuzi. Ed ancora, noi del Pool che lo fece assolvere non riusciamo a capire perché non ci abbia mai riferito di tale evento, nemmeno un mese dopo la morte di Tuzi quando presentammo alla sua presenza un libro sul delitto di Arce e sulla sua prigionia, presentazione dove si parlò della morte di Tuzi (era l’8 maggio 2008, quindi, un mese dopo, a caso eclatante e fresco). Addirittura la sera, dopo la presentazione, gli chiedemmo notizie su Tuzi e lui non ci disse nulla di tale incontro…anzi…! Perché non ci ha mai detto nulla in seguito? Avrebbe avuto da guadagnarci in tutti i sensi… se evento veridico. Ed è ovvio che noi cli chiedemmo notizie in merito a Tuzi.
Pubblichiamo il video delle dichiarazioni di Carmine Belli del 18 luglio 2002 dove lo stesso aveva l’obbligo giuridico e morale di dire la verità (non essendo indagato), dove riferisce che il giorno dell’avvistamento è giovedì 31 maggio 2001 e non il 1° giugno, che il ragazzo biondo mechato in realtà era una sua conoscente, che sabato 2 giugno 2001 non si recò presso la caserma dei CC di Arce per parlare col m.llo Mottola.